giovedì 27 agosto 2015

Non sentite il bisogno di 120 milioni di immigrati?

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Mi vedo costretta a fare una cosa che odio, ovvero una traduzione, perché altrimenti non vi c'entra. In testa.
Ne ho già parlato qui ma siccome era in inglese temo che i diversamente anglofoni se lo siano perso. Eccolo quindi, il famoso testo "Replacement Migration. Is it a solution to Declining and Ageing Populations?" uscito nel 2000 dal Dipartimento di Affari Sociali ed Economici dell'ONU e già soggetto di non poche criticheaccademiche e politiche.
Non è un manuale di istruzioni vero e proprio, è in pratica una serie noiosissima di tabelle e cifre ad uso dei demografi interessati all'argomento "invecchiamento della popolazione, opperbacco" ma è inquietante perché è scritto con quel senso della TINA per l'inevitabile che conosciamo ormai fin troppo bene. Non è tanto paranoia, Ambrogio, quanto quel tanfo di messianesimo irrorato ad ogni ora del giorno dagli spin che ci dicono che, siccome c'è la globalizzazione, bisognerà cambiare mentalità, usi, costumi. Dovremo adattarci, non sarà più come prima, bisogna cambiare, anche sesso, non si può fare altrimenti.  E, quando parlano così, io già metto mano alla pistola.  

Questo progetto per un Nuovo Calderone Mondiale può essere benissimo solo un esercizio accademico i cui scenari, per una strana coincidenza, si stanno avverando o potrebbero avverarsi a breve. Purtroppo, alla luce della innegabile invasione in corso di gente aliena, sempre più aggressiva, predatoria e visibilmente razzista nei nostri riguardi, sia in senso religioso che etnico, a fronte dei pochi veri profughi utilizzati dalla propaganda e dai trafficanti come scudi umani per sollecitare una pietà che ormai non riusciamo più a provare nemmeno a sforzarci perché essa presuppone in cambio la nostra incondizionata ed insindacabile sottomissione, chi è sensibilizzato dall'effetto Soylent Green potrebbe benissimo vederci un progetto genocidario a tavolino delle popolazioni bersaglio, ovvero di noialtri. 

fonte
In ogni caso, a cominciare dalla tabella qui sopra, vorrei capire perché l'Italia è il paese, tra quelli oggetto della ricerca, che dovrà (dovrebbe) sostenere il più alto numero di afflussi per sostituzione. Perché la parola è "replacement", sostituzione. Sostituzione di italiani. Vivi o morti? Giudicate voi. Prendetevi un Maalox e buona lettura.

(Disclaimer per i feticisti del copyright: il capitolo relativo all'Italia è qui tradotto quasi integralmente per motivi di legittima difesa).

Migrazione di sostituzione: E' la soluzione per il declino e l'invecchiamento della popolazione?"
3. Italia
(a) Il trend passato.
Il tasso di fertilità totale in Italia aumentò dal 2,3% del periodo 1950-1960 al 2,5% del periodo 1960-1970 ma da allora ha iniziato a declinare. Si è mantenuto sotto il livello di sostituzione dal 1975 e, tra il 1995 e il 2000 era stimato di 1,20 figli per donna, uno dei più bassi del mondo.  
Dal 1950 la mortalità generale è andata sensibilmente declinando, portando l'aspettativa di vita media per entrambi i sessi dai 66 anni del periodo 1950-1955 ai 77,2 del periodo 1990-1995.
Nonostante un tasso stimato di immigrazione annuale netto di 70.000 unità nel periodo 1995-2000, la popolazione italiana è andata allo stesso tempo diminuendo.
Tra le conseguenze di questi cambiamenti demografici vi è stato il raddoppio proporzionale della popolazione di età uguale o superiore a 65 anni, dall'8,3% della popolazione nel 1950 al 16,8% nel 1995. Come risultato di questi cambiamenti, il rapporto tra popolazione giovane ed anziana è sceso dalle 7,9 persone di età tra i 15 e i 64 anni per ogni ultrasessantacinquenne del 1950 ai 4,1 nel 1995.
b) Scenario I
Questo scenario, che rappresenta la variante media stabilita dalle Nazioni Unite nel 1998, assume che vi siano 660.000 immigranti netti in Italia tra il 1995 e il 2020, dopodiché non vi sia più immigrazione.
In questo scenario, la popolazione italiana diminuirebbe del 28%, passando dai 57,3 milioni del 1995 ai 41,2 milioni nel 2050. La popolazione tra i 15-64 anni diminuirebbe del 44%, mentre gli over 65 aumenterebbero del 49%; dai 9.6 milioni ai 14.4 milioni. Gli anziani sopra i 65 anni costituirebbero più di un terzo della popolazione italiana nel 2050.
Come risultato, il tasso di supporto potenziale scenderebbe del 63%; dal 4,1 del 1995 all'1,5 nel 2050.
(c) Scenario II 
Lo scenario II, che rappresenta la variante media con zero immigrazione, assume che sia la fertilità che la mortalità cambino secondo le proiezioni medie stabilite dalle N.U nel 1998 ma che non vi sia alcuna immigrazione in Italia dopo il 1995. I risultati sono simili a quelli dello scenario I. 
La popolazione italiana nel 2050 sarebbe di 40.7 milioni, ovvero di solo 475.000 persone in meno rispetto alle cifre previste dallo scenario I. Ovvero 21,6 milioni di abitanti tra i 15-64 anni e 14,2 milioni di ultrasessantacinquenni. Come nello scenario I, il tasso di supporto potenziale scenderebbe del 63%; dal 4,1 nel 1995 all'1,5 nel 2050.
(d) Scenario III 
E' previsto, per questo scenario, che tra il 1995 e il 2050 la popolazione totale italiana si mantenga costante sui 57,3 milioni di persone del 1995. Per ottenere questo scopo sarebbe necessario un afflusso totale di  12,9 milioni netti di migranti tra il 1995 e il 2050. 
L'immigrazione netta aumenterebbe costantemente dalle 75.000 unità nel 1995-2000 alle 318.000 nel 2045-2050.
In questo scenario, nel 2050, un totale di 16,6 milioni di persone, ovvero il 29% della popolazione generale, sarebbe costituita da immigrati post 1995 e dai loro discendenti. 
(e) Scenario IV 
Questo scenario assume che la popolazione italiana di età tra i 15 e i 64 anni rimanga costante ai suoi livelli del 1995, ovvero alla cifra di 39,2 milioni, arrestando il declino di questo gruppo d'età.
Per ottenere l'obiettivo, sarebbero necessari 19,6 milioni di immigrati tra il 1995 e il 2050. 
Il numero medio annuale di migranti varierebbe, raggiungendo un picco di 613.000 persone all'anno tra il 2025 e il 2030, per poi diminuire a 173.000 per anno tra il 2045 e il 2050.
In questo scenario, la popolazione italiana aumenterebbe del 16%, dai 57,3 milioni del 1995 ai 66,4 milioni del 2050. Per quell'anno, il 39% della popolazione sarebbe rappresentata da migranti post 1995 o dai loro discendenti. Il tasso di supporto potenziale scenderebbe dal 4,1 del 1995 al 2,2 nel 2050.
(f) Scenario V
Lo scenario V non presume che il tasso di supporto potenziale scenda al di sotto del valore del 3%. Per ottenere ciò, l'immigrazione non sarebbe necessaria fino al 2010 e 34,9 milioni di immigrati sarebbero necessari tra il 2010 e il 2040, con una media di 1,2 milioni all'anno nel periodo in oggetto.
Per il 2050,  su una popolazione totale di 87,3 milioni, 46,6 milioni, ovvero il 53% di inidividui sarebbe costituito da immigrati o dai loro discendenti.
(g) Scenario VI 
Lo scenario VI prevede di mantenere il tasso di supporto potenziale ai livelli del 1995, ovvero al 4,08. 
Per mantenere costante  il tasso, sarebbe necessario un totale di 120 milioni di immigrati tra il 1995 e il 2050, corrispondente ad una media di 2.2 milioni di immigrati all'anno. La popolazione italiana risultante nel 2050, in questo scenario, sarebbe di 194 milioni, più di tre volte la popolazione italiana del 1995. Di questa popolazione, 153 milioni, o il 79% sarebbe rappresentato da immigrati post 1995 o dai loro discendenti. 
(h) Ulteriori considerazioni.
Nel periodo 1995-2000, il tasso di crescita della popolazione italiana fu stimato al –0.01%. Tale declino era previsto, nonostante un'immigrazione netta di 70.000 persone l'anno. 
Il numero di stranieri in Italia è pressoché raddoppiato, dagli 821.000 del 1965 (1,6% della popolazione totale) agli 1,5 milioni nel 1995 (2,7% della popolazione). Secondo lo scenario III, per evitare il declino della popolazione rispetto alla sua entità, il flusso annuale migratorio dovrebbe essere, in media, di tre volte maggiore tra il 1995 e il 2050 di quanto fu tra il 1990 e il 1995. Per evitare la diminuzione della popolazione in età lavorativa, sarebbe necessario un flusso migratorio annuale più di cinque volte maggiore di quello del periodo 1990-1995. .
In più, riguardo agli scenari III e IV, nel 2050 il rapporto tra nativi (29%) e immigrati e loro discendenti (39%) sarebbe dieci volte maggiore del rapporto tra nativi e stranieri registrato nel 1995.
La figura 13 mostra, per gli scenari I, II, III e IV, la popolazione italiana nel 2050, e indica la percentuale di immigrati post 1995 e loro discendenti. 
I cambiamenti demografici sono ancora più evidenti nello scenario VI, che richiede più del raddoppio degli immigrati tra il 1995 e il 2050. Inoltre, 4/5 della popolazione risultante nel 2050 di 194 milioni di persone sarebbero costituiti da immigrati post 1995 e loro discendenti. 
Senza immigrazione le cifre mostrano che sarebbe necessario aumentare l'età lavorativa fino ai 74,7 anni per ottenere un tasso di supporto potenziale al 3.0 nel 2050. Per mantenere nel 2050 il rapporto di 4,1 perone in età lavorativa per ciascun anziano, sarebbe necessario aumentare ulteriormente a 77 anni l'età massima lavorativa. Aumentare le quote di attività della popolazione lavorativa, qualora possibile, rappresenterebbe solo un palliativo al declino dovuto all'anzianità. Se la produttività di tutti gli uomini e le donne tra i 25 e i 64 anni aumentasse del 100% nel 2050, influirebbe solo sul 30% della perdita di tasso di supporto attivo risultante dall'aumento dell'invecchiamento della popolazione.

Nota finale. La scienza, la ricerca, così, fa paura. Sembrano le lettere degli industriali tedeschi vogliosi di cavie umane ai direttori dei lager: "Preghiamo di mettere a ns. disposizione n° 10 maschi di età tra i 20 e i 25 anni."
Tutto questo pallosissimo discorso - che ho limitato al case study sull'Italia - riguarda, se ci avete fatto caso, sempre solo l'aspetto quantitativo e mai qualitativo del fenomeno studiato. Cristo, stanno parlando di popolazioni, di persone, non di trepomeni pallidi e riescono anche solo ad ipotizzare, senza inorridire, che la popolazione italiana aumenti fino a 194 milioni, con solo un quinto di italiani rimasti in un mare di stranieri. Stranieri si, come canta la canzone del Piave. Censurate pure quella.
E meno male che, in una notarella nascosta in una tabella, i demografi ONU ammettono che questo scenario VI è considerato irrealistico. Tuttavia, ecco la TINA, se non vi fate invadere e ridurre nelle riserve - ma chi ci invade non avrà questa sensibilità nei nostri confronti - dovrete comunque lavorare fino a 77 anni e non conterebbe nemmeno che lavoraste tutti come muli dalla mattina alla sera.
Ma chi stabilisce questi principi? 
Avete notato inoltre quel parametro del 3.0 che ricorre e in nome del quale si potrebbe compiere, a questo punto, un genocidio di dimensioni spaventose? Ancora il 3.0, il valore arbitrario noto in tutta l'Eurozona, tutto attorno al quale si sta perpetrando per davvero il genocidio dei nativi europei iniziando dal fronte greco. Coincidenze, casualità, sincronicità, cabale. 
Dimenticavo. Se quello che ho tradotto è solo un esercizio accademico fine a sé stesso e non dovrebbe preoccuparci, perché i D'Alema (che ne vuole 30 milioni, di immigrati, e considera fasciste le politiche di incentivazione alla natalità degli autoctoni), le Spinelli (10 milioni), i Padoan e il kitemmuort, quando impongono l'accoglienza senza storie del migrante agli italiani, citano questi demografi dell'ONU come la Bibbia di riferimento. Perché? 
UPDATE. In un'intervista al Messaggero, il sottosegretario Gozi oggi alza la posta e rilancia: ci vogliono 40 milioni di immigrati per il 2050.


Attendo ansiosa i commenti. Perdonate eventuali errori di traduzione e segnalatemeli pure. 
Intanto vado a ubriacarmi e a consolarmi di non avere avuto figli.


53 commenti:

  1. Anonimo22:07

    Sinceramente non credo che questi dati sottendano dei piani d'azione o delle vere e proprie ricette per il nostro futuro. Certo, qualcuno ci si sta impegnando davvero molto ad imitarle, ma trovo che siano semplicemente inapplicapili, almeno alle condizione attuali (è anche vero che gli immigrati possono arrivare da tante direzioni, e per molte ragioni... invasioni di guerra non escluse).
    Quello che penso comunque è che sia più probabile un generale decadimento numerico della popolazione italiana simile a quello prospettato allo scenario I, con qualche immigrato e discendente di immigrato in più. Ma io non sono uno scienziato dell'ONU...

    Menego

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  2. sicuramente conm 50% di disoccupazione giovanile quel di cui abbiamo bisogno è altri giovani. non istruiti e poveri in cassa.

    non di far lavorare quelli che abbiamo e non trovano. cioè la metà buona.

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  3. D' Alema: "Noi abbiamo bisogno di 30 milioni di immigrati " ..... NOI CHI ???

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  4. É permesso? Non commento, aggiungo solo una noota a margine. Il mercato dei visti e le pressioni anche istituzionali sull'ambasciata italiana in Bangladesh. Leggete qui.
    http://www.ambdhaka.esteri.it/Ambasciata_Dhaka

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  5. noi abbiam bisogno allora di 33-35 milioni di posti di lavoro in più,
    Berlusconi era stato umile, a confronto, con 1 milione...

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  6. Antonino Allegretti09:52

    Tre brevi note.
    1) Purtroppo non avere figli è una disgrazia, leggi Salmo 127.
    2) L'invio di migranti in Europa e particolarmente in Italia è pianificato. Vedi qui: http://www.info-direkt.at/insider-die-usa-bezahlen-die-schlepper-nach-europa/
    3) Lo scopo non è solo la distruzione del popolo italico ma anche l'islamizzazione di quanto ne resta. L'Islam wahhabita di matrice saudita è l'ideale per l'annichilimento del cattolicesimo e del cristianesimo in generale.

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    1. La più grande parte dei migranti attuali sono migranti economici, poi la maggior parte dei migranti che venganono via libia in Italia provengono dal africa nera cioè camerun, nigeria, congo ecc. ma anche Sudan è Eritrea.

      I mirgranti siriani è afgani prendono la via greca.

      Il traguardo dei cosidetti migranti economici sono sempre gli stati con i servizi sociali più generosi è sicuri, tra questi non figura l'italia. I sinistronzi devono aumentare massicciamente i costi sociali per mantenere queste masse in italia altrimenti si sposteranno in altri paesi con servizi sociali pu generosi. È molto difficile fermare queste masse una volta arrivati in italia. Se vogliono andare in Germania, francia, UK, olanda, svezia, svizzera troveranno i mezzi per andarci è nessuno li fermerà, anche se si blindano completamente le frontiere.

      La migrazione di massa in italia è incomiciata nel 2014. Flussi del genere possono forse continuare ancora per 1 o 2 anni dopo di chè il popolo incomincierà ad incazzarsi, anche quello piddino. Poi ci sono 2 soluzioni o il PD cambia completamente politica migratoria o sprofonderà nel nulla.

      I soldi che danno ai migranti si potrebbero dare alle coppie che si decidono a mettere al mondo dei figli.
      400 € a figlio è il problema dovrebbe risolversi, vedi francia.

      PS

      L'articolo tedesco non parla in particolare del italia, perla dei finanziamenti dei migranti.


      Il flusso migratorio via mediterraneo si potrebbe fernare facilmente, senza sparcimento di sangue. l'italia ha delle forze speciali adatte per questo tipo di interventi. Il problema è l'attuale schifoso ceto politico italiano.

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  7. Anonimo11:05

    Se il problema era il calo demografico della popolazione italiana non era 'piu' semplice attuare politiche di sostegno per la famiglia un pelo piu incisive?
    Non sto parlando della fusione fredda ma la butto li ad un tot al Kilo:
    Asili nido presenti in quantita sufficente dove non ci deve dissanguare per pagare la retta :
    Sgravi fiscali consistenti , ricordiamoci che i bambini consumano molto ,quindi con un rientro positivo nel
    famigerato e onnipresente PIL:
    Altre idee ne avrei ma il tempo stringe.
    Saluti g

    Saluti

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    1. Chi mi spiega perche' il "calo demografico", in un mondo limitato, sia considerato un problema? La modernita' non dovrebbe consistere nel far lavorare le macchine al posto nostro? Invece ai nobili di sempre piace vedere il brulicar affannato delle moltitudini sottomesse, vuoi mettere?

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Il discorso che fa l'ONU ha un suo senso, se gli europei fanno pochi figli ci saranno sempre più' vecchi e sempre meno giovani e adulti in eta' lavorativa e quindi non ci sara' abbastanza gente per pagare le pensioni di milionate e milionate di vecchi. Anche il ragionamento che faceva Saviano nel post scorso ha le sue ragioni, un sacco di gente se n'e' andata in pensione decisamente troppo presto e con pensioni ben più' alte di quanto versato e questa cosa e' stata una vera e propria rapina generazionale, un po' come fare debiti e lasciarli ai figli.

    Pero' la soluzione quale sarebbe? Far venire milioni di africani ed est-europei - solo giovani ovviamente - a lavorare per pagare le pensioni dei sempre più' vecchi italiani? Al punto da sradicare forse la natura stessa dell'Italia che conosciamo? ... non credo che ci saranno soluzioni indolori. L'alternativa sembrerebbe essere fra farsi letteralmente invadere o andare in pensione in massa senza un soldo e possibilmente crepare presto ... forse una via di mezzo fra le due sarebbe lo scenario meno tragico ma comunque ci sara' poco da ridere nei prossimi decenni.

    E poi le cose non sono neanche cosi' "semplici": con la depressione che c'e' in Europa, che lavori dovrebbero fare queste milionate di nuovi arrivati? Una cosa e' uno studio teorico, altra la realta': Se non c'e' lavoro tutte le belle teorie stile ONU diventano ridicole e milioni di immigrati non pagheranno nessuna pensione ai vecchi europei semplicemente perché non troveranno niente da fare se non delinquere per sopravvivere e allora altro che risorsa, potrebbero diventare un vero e proprio fardello e la tensione sociale salire a livelli da guerra civile, sfociare davvero in sentimenti e partiti neonazisti.

    Quello che mi da pensare poi, non ci fossero già abbastanza rogne così', sono i misconosciuti picchi delle risorse a cui andiamo incontro, dal petrolio ai metalli alle risorse alimentari e l'acqua. L'umanita' intera mi pare diretta verso tempi difficilissimi e le migrazioni potrebbero diventare davvero epiche prossimamente, con fughe veramente di massa da interi paesi...

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    1. Anonimo20:40

      E' un discorso che ha senso solo se si guarda il fenomeno dal punto di vista dell'un tempo detto Capitale. Qui le dinamiche sono sempre le stesse dell'epoca industriale, ma va tenuto conto che siamo ormai in stato di avanzatissima de-industrializzazione. Inoltre, se si passa da un regime pensionistico all'altro, non si capisce come faccia Tizio a pagare la pensione a Caio, considerato che il metodo vigente prescrive che la paghi solo per se'. Quindi, c'e' una serie di balle molto facili da smascherare, a conforto dell'opzione ONU.

      Lo squilibrio tra Domanda e Offerta gioca sempre a favore di un attore o dell'altro. Mi pare che chi viene dall'esperienza marxista questo dovrebbe saperlo bene. E anche chi non lo sa lo puo' apprendere in meno di cinque secondi anche senza disporre di grande cultura. Quindi eserciti di riserva a gogo:. ce lo dice il Partito... Non so se mi spiego.

      Poi c'e' il lato oscuro. Ovvero cio' che e' accaduto prima che le popolazioni sostituende smettessero di fare figli. Quando l'obbiettivo era la legge sull'aborto non facevano vedere i bambini bianchi tritati come oggi ci mostrano i bambini negri affamati. Magari proprio all'ora di cena. Allora era l'orgoglio femminile e l'emancipazione dal Maschio il problema. Oggi invece dovremmo farci carico di persone in casa loro e pure in casa nostra. Di piu': dovremmo finanziare proprio chi un bel giorno decidera' (senza nemmeno chiederci il permesso) di venire a vivere qui.

      Direi che siamo oltre l'umanamente tollerabile: anche per uno "di sinistra".

      G.Stallman

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    2. Il pensionato che ha la possibilita' di acquistare beni e servizi genera ricchezza diffusa. Ma serve la sovranita' monetaria...

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  10. Vado ad ubriacarmi per aver fatto due figlie.

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  11. luca12:43

    La questione cruciale è proprio quella evidenziata da Er: se il lavoro non c'è, cosa faranno tutti questi immigrati?
    I lavori umili che gli italiani non vogliono fare più? Chi continua a raccontare questa favola ignora colpevolmente e ostinatamente che, ormai, anche per andare a raccogliere pomodori c'è concorrenza tra migliaia di giovani disperati (anche laureati)!

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  12. Libero Lorrai14:22

    Molte perplessità.
    Con lo sviluppo delle tecnlogie ci si aspettava che la produttività sarebbe balzata a livelli mai visti prima, e così è successo. Ossia per nutrire 60 milioni di persone non c'è più bisogno di masse di operai perché le macchine le avrrebbero sosttuite. E così è stato.
    Però aumenta come previsto la disoccupazione ma a fronte del calo della produzione.
    Per farla breve tutti questi immigrati non servono all'economia di un paese sviluppato; ma possono avere solo ragioni politiche (geopolitiche). Progetti di cui non sappiamo niente e che saranno sicuramente volti a vantaggio di chi è in grado di ordire questi piani (cioè poche persone), non sicuramente a vantaggio delle popolazioni che infatti ne vengono tenute all'oscuro.

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    1. in italia non si investe, tranne rari casi, in nuove tecnologie da circa 25 anni. si agisce solo sul salario al ribasso.

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    2. Tutta questa colpa alla tecnologia non la darei. E' un pò come dire di sterilizzare chi fa troppi figli, o inneggiare alla decrescita. Sono operaia e so cosa dico. Il lavoro e' piu' pesante di venti anni fa e i ritmi frenetici, la macchina non facilita bensì aggrava la situazione umana in moltissimi casi, perche' devi stare ai suoi ritmi.

      Barbara, anche io non ho avuto figli e in questa epoca in cui mi e' toccato di vivere ho potuto sempre anche io consolarmi di questa benedizione che non ho avuto.
      Il fenomeno della immigrazione, in questa sua degenerazione e incontrollabilità mi angoscia molto, per la grave situazione di caos e sofferenza che causa, sia a noi che ai migranti stessi. Non ho più cuore e sicurezza nel poter esprimere un giudizio e una opinione precisa.

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  13. NON ESISTE CHE SI PARLI DI CALO DI NATALITA' QUANDO IL 45% DEGLI UNDER 30 E' DISOCCUPATO!

    NON ESISTE!

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    1. e' un falso problema! sarà un problema quando non riusciremo a mantenere le pensioni col 2% di disoccupazione giovanile. IL DUE!!! NON PRIMA!!!

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    2. Scusa, non capisco bene.
      Questo è solo uno degli aspetti, degli effetti della nostra profonda devastazione culturale.
      Tutto si tiene; per i giovani disoccupati è pronto un piano di redd. di citt. a patto che si accettino qualsiasi tipo di lavoro (la paga scarsa c'è ). E certo in quelle condizioni non sarà possibile avere una famiglia no?! Ed ecco già risolto il problema; al posto dei loro figli ci saranno quelli degli immigrati.

      Scusa ma cos'è che non capisci? (o magari sono io che non capisco, puoi spiegare?).

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  14. Anonimo17:18

    E' un vecchio metodo usato dagli Han e chiamato " sterminio cinese" . In soldoni si tratta di impedire il piu' possibile agli allogeni invasi di "figliare" affinche' poi gli immigrati ( han nel caso cinese ) abbiano piu' spazio vitale per la propria discendenza. Questo e' tutto molto "pulito" , si tratta infatti solo di aspettare 2-3 generazioni e senza dovere sterminare nessuno ( anche se qualche " maverick " comunque va sempre eliminato).

    La realta' storica quindi e' che il popolo italiano( almeno nella sua maggioranza) si e' sottoposto volontariamente a questo tipo "sterminio",e la domanda e' : perche' ?
    L' unica risposta che riesco a a darmi sta nel senso del romanzo " tre croci " di federico tozzi ,che cioe' gli italiani ( almeno nella loro maggioranza) sono dei materialisti privi di valoro morali e culturali e che per questo si autodisprezzano nel loro intimo giudicandosi sostanzialmente delle "merde" meritevoli di essere buttate nella pattumiera della storia.... purche' a " stomaco pieno" :-)
    ws

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    1. Anonimo20:53

      E' proprio cosi'. Senza tanti fronzoli sull'economia che non c'entra nulla. Ma la preparazione e' iniziata e' molto tempo fa. Ogni volta che si cerca di salvare anche solo una piccola parte delle nostre vecchie convinzioni, ci si allontana dalla verita'. Che e' molto peggio di quella immaginata.

      G.Stallman

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    2. Anonimo01:10

      "L' unica risposta che riesco a a darmi sta nel senso del romanzo " tre croci " di federico tozzi ,che cioe' gli italiani ( almeno nella loro maggioranza) sono dei materialisti privi di valoro morali e culturali e che per questo si autodisprezzano nel loro intimo giudicandosi sostanzialmente delle "merde" meritevoli di essere buttate nella pattumiera della storia.... purche' a " stomaco pieno"

      Confermo che io mi sento così, esattamente come descritto.

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  15. Per molto meno 4 persone sono finite in galera, altre 36 persone sono finite a processo.
    Auguri.

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  16. articolo che offre spunti di riflessione, da dedicare ai sinistri
    Davide

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  17. Sono d'accordo, ma l'essenza è sempre la stessa: come fermiamo questo progetto politico transnazionale?

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  18. Buonasera a tutti,

    mi permetto di entrare in questo blog per suggerire la lettura di questo articolo che ho trovato sul sito di Arianna Editrice, che spiegeherebbe un bel po' di cose anche se non tutte le motivazioni e le conseguenze della faccenda immigrazione:

    L’Austria si ribella: immigrazione in Europa sostenuta da Stati Uniti
    di Cristiano Puglisi - 25/08/2015

    Fonte: L'intellettuale dissidente



    Anche secondo Thierry Meyssan, responsabile del centro studi francese Reseau Voltaire e noto per le sue posizioni antiatlantiste, che ha a sua volta ripreso il pezzo di InfoDirekt, le ipotesi sarebbero valide e da collegarsi alla necessità di mantenere l’Europa in uno stato di caos permanente che la costringa a stare agganciata alle capacità militari degli Stati Uniti.


    E se l’immigrazione fosse un’arma non convenzionale? La “bomba”, giornalisticamente parlando, è stata sganciata da InfoDirekt, periodico austriaco che si interessa di questioni diplomatiche e militari, il quale in un suo recente articolo ha affermato come in un rapporto dell’Österreichischen Abwehramts, ovvero i servizi di intelligence militare del Governo di Vienna, emergerebbe il ruolo degli americani nel cofinanziare gli sbarchi di migranti africani sulle coste europee. In un ulteriore articolo, lo stesso InfoDirekt ha poi aggiunto come importanti organizzazioni finanziarie godrebbero del relativo indotto.
    Importante, per le multinazionali della finanza globale, sarebbe infatti il business legato all’immigrazione. L’agenzia di stampa russa Sputnik, che nella sua versione in lingua italiana ha ripreso gli articoli del periodico austriaco, riporta, per fare un esempio, che un’azienda per i richiedenti asilo avrebbe ottenuto dallo stato austriaco 21 milioni per assisterli nelle pratiche e nutrirli. Si tratterebbe di un’azienda con sede in Svizzera, la ORS Service Ag, posseduta da una finanziaria, la British Equistone Partners Europa, “che fa capo – cita sempre Sputnik – a Barclays Bank. Ossia, alla potentissima multinazionale finanziaria nota anche come ‘la corazzata Rotschild’, che ha come principali azionisti la banca privata NM Rotschild e la loro finanziaria satellite Lazard Brothers”.
    Anche secondo Thierry Meyssan, responsabile del centro studi francese Reseau Voltaire e noto per le sue posizioni antiatlantiste, che ha a sua volta ripreso il pezzo di InfoDirekt, le ipotesi sarebbero valide e da collegarsi alla necessità di mantenere l’Europa in uno stato di caos permanente che la costringa a stare agganciata alle capacità militari degli Stati Uniti.
    Invero però l’obiettivo, volendo prendere per buone le informazioni di InfoDirekt e Sputnik e quindi collegare la questione a una precisa strategia geopolitica, potrebbe essere anche un altro. La recente apertura delle frontiere macedoni ai migranti, che ha di fatto provocato in poche ore il riversarsi dei disperati in arrivo dall’Africa nell’est europeo, potrebbe infatti avere un obiettivo di più lungo periodo, legato a un sottile progetto che potremmo definire di ingegneria sociale. Non bisogna infatti dimenticare che il primo risultato di una massiccia immigrazione è quello di ammorbidire i tratti identitari di una società. Questo è un dato confermato dalla storia: l’impero romano finì per crollare sulle macerie della romanità quando Roma era ormai divenuta il postribolo per gli svaghi di una classe dirigente corrotta, mercantile, dimentica delle proprie radici e dedita al sincretismo culturale più bizzarro a causa degli stimoli portati dall’immigrazione dalle province più remote verso il centro dell’impero. Non a caso uno dei padri fondatori del progetto dell’Europa unita, il conte Richard Coudenhove-Kalergi, affermava sfacciatamente che l’immigrazione massiccia nel continente europeo sarebbe servita per ammorbidire l’identità dei popoli europei, rendendoli così meno reattivi alle imposizioni delle classi economiche dominanti. (…)

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    1. L'analisi è corretta ed è nota.

      L'appunto è che quanto descritto rientra nel progetto più ampio di mondializazzione imperialista in cui la mobilità dei fattori produttivi è il vero motivo dei flussi migratori.

      L'esplosione dell'immigrazione in Europa è ovviamente pilotata dagli USA, a fini imperialistici, per l'attacco finale contro le sovranità orientali.

      Una volta disperse le entità statuali e resi impossibili eserciti di leva motivati da spinte identitaristiche, la lotta di classe sarà persa ad infinitum.

      Gli USA, che già sono l'esempio di come sarà il pianeta nella prima fase, perderanno anche l'unica cosa che gli identifica: l'ente statuale.

      Il delirio idealista del conte Coudenhove-Kalergi è stato praticamente realizzato... e Sion sarà stata edificata in gloria al Grande Parassita.

      (Slavery is of the essence of culture, a truth of course, which leaves no doubt as to the absolute value of existence. This truth is the vulture that gnaws at the liver of the Promethean promoter of culture. The misery of toiling men must still increase in order to make the production of the world of art possible to a small number of Olympian men. Here is to be found the source of that secret wrath nourished by Communists and Socialists of all times, and also by their feebler descendants, the white race of the 'Liberals', not only against the arts, but also against classical antiquity) (Nietzsche, "The Greek State")

      (Dedicato al 'Liberale' Celso, che trà Wille zur Macht, Ars et Bellum, fa proseliti su Goofynomics su come l'arte si sarebbe sviluppata... mancava giusto che citasse la necessità della schiavitù: ognuno raccolga ciò che ha contribuito a seminare)

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    2. Anonimo13:28

      E' un piacere rileggerti. Comunque, dove dici:

      "L'appunto è che quanto descritto rientra nel progetto più ampio di mondializazzione imperialista in cui la mobilità dei fattori produttivi è il vero motivo dei flussi migratori."

      tocchi solo il cote' economico/produttivo del progetto. Vabbe': le Strutture e le Sovrastrutture... Pero' quando citi Kalergi gli riconosci di avere anche un progetto antropologico. Premesso che a chi non crede nelle differenze razziali l'Antropologia fa un baffo, nondimeno, quando si evidenzia che nella cosiddetta "restaurazione" neoaristocratica e' cruciale la ricostituzione di una Elite attraverso i legami di sangue e il "peggioramento" della specie dominata attraverso il rimescolamento di razze, etnie etc. basterebbe semplicemente il ribadire che tanto non cambierebbe nulla: l'elite non si rafforzerebbe e i servi non peggiorerebbero il loro stato se non per la loro condizione temporanea, dalla quale potrebbero comunque emanciparsi una volta acquisito un certo grado di consapevolezza. Questo sarebbe, in soldoni, il pensiero marxista applicato alla fattispecie in oggetto.

      Fatto e' che quando si temono i rimescolamenti su base razziale, significa che si crede che il peggioramento possa diventare permanente, cosi' come il rafforzamento dei Dominanti. Quindi si riconosce alla visione razzista la sua legittimita'. Cosa, per altro, che cominciamo a sospettare in tanti dopo aver visto da vicino le manifestazioni concrete delle civilta' che stiamo importando da decenni.

      Sarei per vocazione un sostenitore della Cultura sulla Genetica, ma da qualche anno comincio a dubitare. Sono grave ? :-)

      G.Stallman

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    3. Un po' di dialettica dovrebbe essere maneggiata da tutti: l'obiettivo degli USA, come dimostrano gli etno-nazionalismi di cui sono sponsor in tutta Europa da almeno gli anni Ottanta ed ora in Ucraina, è la distruzione degli Stati nazionali e il controllo dell'Heartland, per poi mettere fuori dai giochi anche la Cina, quindi autodissolversi lasciando la superclasse atlantica governare nei secoli dei secoli indisturbata nell'Olimpo. Questo credo sia chiaro.

      L'ordine auspicato, come sempre, è di tipo "funzionalista": ogni classe un ruolo, in modo che la stabilità sia funzionale a non spender più energie alla lotta di classe, mantenendo la società regolata come da codice Manu: ovviamente anche il fattore antropologico entra in gioco, tanto a livello ideologico (v. Kalergi) quanto a livello "pratico" (v. sempre Kelrgi).

      In che senso?

      Qui entra in gioco la dialettica: è vero che gli uomini sono tutti uguali nella sostanza, ma non lo sono nella forma (affinità genetiche).

      Più ci sono affinità genetiche più è forte l'identitarismo; basti pensare all'Istituzione più importante su cui si fonda la società e la cultura identitaria (ethnos): la famiglia.

      Quindi, se un socialista democratico vede tutti uomini uguali nella sostanza come da tradizione umanista (a differenza della tradizione massonica e liberale, "fraternitè, egalitè, libertè ma isoldiammè"), significa che i diritti fondamentali trovano radice nella semplice constatazione che l'Uomo è archetipo di ogni persona umana, nella "sostanza formale" (i connotati genetici) e nella "forma sostanziale", ovvero lo Spirito.

      L'elitista (alla Kalergi, per intenderci) crede e agisce politicamente come se la differenza sostanziale sia nel sangue (nobiltà genetica) come manifestazione dello Spirito: mentre il fatto di appartenere tutti alla specie umana è solo la forma.

      (Inversione "ontologica" di forma e sostanza che comporta l'inversione del codice valoriale cosiddetto giudaico-cristiano su cui si fonda il socialismo, ed attuazione di ciò che il filosofo morale Nietzsche chiama "trasmutazione dei valori")

      Quindi l'Uomo non esiste, se non come archetipo della classe che appartiene all'Olimpo, gli Ubermenschen. Infatti sono tutti filantropi: amano se stessi alla follia.

      Questo dal punto di vista ideologico e "kalergico". Come dici bene, la sovrastruttura di cui, date le ovvie scapestrate premesse "epistemologiche" della struttura etica, l'esoterismo "rimaneggiato" è ovviamente parte fondamentale dato che "il principio di non contraddizione" non viene rispettato.

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    4. Dal punto di vista materiale, ovvero di reale prassi politica, la letteratura economica prende anche in considerazione il fattore etnico: il favorire il "meticciamento" non comporta ad un'omologazione della "razza", ma ad un'omologazione della (non)cultura. Anzi, il mescolamento razziale crea un numero maggiore di "razze".

      È vero che la "razza" è solo la forma per i socialisti, ma come ben insegna la "dialettica taoista", nella forma c'è anche la sostanza: come fa notare la letteratura economica (cfr. Cesaratto), il miscuglio etnico (fatto passare per "società multietnica") porta ad un aumento della conflittualità sociale "intra-classe", un maggior sezionalismo politico che impedisce rivendicazioni sindacali, e una maggior difficoltà nel trovare solidarietà sociale per la distribuzione delle risorse, ad esempio, il welfare. Inoltre, l'elemento connotativo, ovvero tratti somatici e "colori", sono un segno identificabile non solo dell'etnia di appartenenza, ma, ovviamente, della relativa classe sociale a cui si appartiene.

      Sei negro o ispanico, bene. Sei un morto di fame e un criminale. Sei WASP, bene. Farai carriera in finanza. (Mentre il mulatto non trova solidarietà tra i bianchi perché "troppo nero", e non lo trova dai neri, perché "troppo poco nero"... peggio di un bastardo).

      Negli USA, la più razzista società mai esistita e fintamente multietnica a differeza dell'URSS e della Russia, tutto ciò è empiricamente self-evident, senza neanche andar a spulciare la letteratura economica di riferimento.

      Quindi non sei "grave", ciò che noti fa parte dell'ingegneria sociale applicata dalle classi dominanti anglofone per infiammare il conflitto intra-nazionale e intra-europeo: divide et impera.

      Non sono necessarie le leggi razziali per riabilitare il razzismo: le politiche razziali ed eugenetiche sono in atto da decenni e tutelate dall'imbecillità piddinica e sinistronza... anti-razzista.

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    5. All'incirca ho capito :-), quello che non ho proprio capito è che metti sion un po ovunque, come il prezzemolo, puoi spiegare meglio?

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    6. Anonimo08:41

      Chiarissimo. L'unico punto su cui non concordo e' l'attribuzione della leadership ai WASP. In Praktischer Idealismus, Kalergi scrive esplicitamente che la nuova classe dirigente sara' (e di fatto e' gia') costituita dalla nobilta' incrociata con la cre'me de la cre'me dell'e'lite finanziaria ebraica (e qui c'e' la risposta per Sandro). Lo dice lui, nobile austro-giapponese. E questo perche', sempre a suo dire, la selezione dei dominanti e' gia' avvenuta in secoli di matrimoni intra-classe. Sono abbastanza sconcertanti i riferimenti agli Junker (nobili di campagna) e ai Cittadini (finanzieri, capitani di industria e giornalisti ebrei ) che fusi insieme dovrebbero costituire la super-razza di dominatori.

      Ma c'e' anche l'aspetto piu' biologico della questione. I caratteri ereditari dei popoli nordici sono eminentemente recessivi. Il che significa, che se non riconfermati da matrimoni tra individui dotati dello stesso corredo genetico, scompariranno entro poche generazioni. Infatti, su "Science", circa un paio di anni fa si paventava (?) la scomparsa dei rossi (di pelo) entro due o tre generazioni. Kalergi parla esplicitamente di una classe subordinata "molto simile agli antichi egizi", con il che ha ben chiaro che le caratteristiche etniche della pecorella del futuro non saranno piu' quelle tipiche dell'uomo bianco; e la cosa non sembra disturbarlo affatto. Questo perche' il suo razzismo (come quello nicciano) e' "dello spirito", cioe', la manifestazione razziale esteriore e' molto meno importante di quella interiore. Con il che casca miseramente la visione bianco-centrica della societa' del futuro kalergiana; e con questa casca anche la visione classista basata sul reale status economico-finanziario dei soggetti interessati.

      Continuo a ritenere la visione marxista classica insufficiente a spiegare, e quindi a contrastare, un fenomeno simile. E questo proprio a causa del riduzionismo dell'analisi alle sole dinamiche economico-finanziarie e sociali. In realta', qualcosa di vero nella visione razzista nicciana, c'e' proprio: non si tratta solo di ubbie che, come tali, si potrebbero lasciare sfogare senza alcun pericolo. Se cio' che di vero c'e' fosse in percentuale superiore a quella da noi apprezzata, questo assetto sociale diverrebbe irreversibile nella stessa misura.

      Grazie ancora per la tua interessante risposta.

      G.Stallman

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  19. Il prezzemolo è una sovrastruttura generalmente di un secondo a base di carne, magari arrostito con delle patate, mentre la sovrastruttura ideologica del conte Kalergi conteneva la praticissima necessità di far convergere gli interessi delle varie upper class, rappresentati dalla vecchia nobiltà "di sangue" (aristocrazia terriera) e dalla nuova nobiltà (della spirito...), ovvero quella capitalistico finanziaria.

    Egli, meticcio nella forma, ma assolutamente "puro" nel sangue nobile, che, come argomento, consiste nella sostanza che giustifica la disuguaglianza sostanziale tra i vari gruppi e classi sociali, si trova nell'imbarazzo di ammettere l'evidenza che il potere reale appartiene all'upper class di un particolare "ethnos", quella dei cosmopoliti ebrei "europeodi": basta leggersi i cognomi e le storie delle maggiori dinastie finanziarie o il cognome di chi prende le decisioni che contano alla Fed, alla BoE o allo IOR.

    Il vero razzismo "culturale/antropologico", a differenza di quello che sostengono piddini e sinistronzi, è sempre e solo stato quello di classe.

    Quindi se ne esce con la fregnaccia "dell'aristocrazia dello spirito", e rinuncia alla tradizione livorosa di famiglia: ovvero all'antisemitismo.

    Il nuovo medioevo non può essere troppo simile all'originale, clero cristiano e nobiltà devono cambiar di veste: le dinastie ebraiche devono entrare in famiglia.

    Quindi fa amicizia con chi il "sionismo" l'ha inventato....

    Ma se Sion è la sovrastruttura "esoterica" del mondialismo, a livello strutturale è la "grande società" di Hayek l'esito della traiettoria politica della globalizzazione.

    Infatti Kelergi, dopo aver preso i finanziamenti da queste "dinastie" - come Spinelli - inserisce nei punti fondamentali del programma di Paneuropa il "free trade"... ovvero il "liberoscambismo", la libera (deregolamentata) circolazione dei capitali... che fanno circolare liberamente beni, servizi... e - meno liberamente - le persone.

    Il "flusso di informazioni" di cui parlano quei sociopatici geneticamente modificati che passono i pizzini ai politici, sono solo fumo negli occhi.

    Internet non c'entra una fava con globalizzione finanziaria e mondialismo, è solo il "monitor" di cui parlava Orwell... quando descriveva la sorveglianza del Grande Mercato.

    Ora, come sai, le grandi dinastie ebraiche e anglofone si sono sposate: il figlio si chiama Israele.

    Se no non si capisce come cazzo è che, nonostante gli interessi geopolitici contrastanti, UK, USA e Israele, alla fine vanno sempre d'amore e d'accordo.

    La Storia e storia del conflitto tra classi: se in cima alla gerarchia sociale sono pochi e si coordinano nonostante i naturali interessi divergenti, è evidente che le analisi che vedono l'influenza delle upper class in modo determinante, in senso progettuale e di pianificazione strategica, sono più predittive dell'approccio per cui si crede che il "caos" sia una situazione fuori controllo dal decisore politico reale.

    E se la struttura di potere sovranazionale atlantica è di tipo dinastico, ovvero il potere, fregnacce o meno, segue sempre la linea del sangue, questo non avviene più nell'ex-blocco socialista: ad Oriente il potere è del migliore che emerge dal "politburo".

    Putin non è leader di una potenza nucleare perché è un rampollo che, quantomeno, non si è fatto soprendere strafatto di cocaina in un'orgia di travestiti.

    Per avere quel potere deve aver lasciato per strada un numero considerevole di "cadaveri" in una situazione di mors tua vita mea: difficilmente lo vedo che strafatto crolla sul "pulsantino rosso"...

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    1. Anonimo10:00

      "... basta leggersi i cognomi e le storie delle maggiori dinastie finanziarie o il cognome di chi prende le decisioni che contano alla Fed, alla BoE o allo IOR."

      Chi è causa del suo mal pianga se stesso (o meglio cerchi di essere meno imbecille).
      Ovvero : le balle medievali (sterco del demonio) ricadono sull'epilogo attuale.

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    2. Sei così sicuro che il sionismo sia quella sovrastruttura "esoterica" come dici sopra?
      Può anche darsi, e sicuramente sarà così, che strada facendo vi siano state delle commistioni, ma le ragioni prime del sionismo sono state altre e ancora tali restano.
      Non è neppure vero che UK e USA siano sempre andati pace end love, magri ultimamente (non ultimissimamente come ben saprai) avevano interessi comuni, ma a più riprese vi sono state frizioni, se così possiamo chiamarle (con gli inglesi le chiamerei abrasioni) dato che ne UK, ne gli USA sono dei monoliti.
      E poi, visto l'insieme dei valori, della cultura e della filosofia oserei dire dei soggetti, è abbastanza normale che vadano d'accordo. Hai mai avuto veramente a che fare con gli arabi? Intendo aver a che fare necessariamente, che, come ben saprai, è sostanzialmente differente dall'averci a che fare politicamente o economicamente ma ognuno a casa sua. Intendo doverci vivere, dividerci il tempo, gli spazi, le risorse. Se lo hai fatto e ti ci sei trovato bene avrai quella testa lì, buon per te. Io non potrei, non vorrei e non ce la farei, quindi capisco gli israeliani (quindi i sionisti) e approvo tutto fino all'82 (Non sto li a farti una breve storia politica del sionismo, credo tu la conosca).
      Questo per dire che inevitabilmente sarebbero andati d'accordo.

      Per quanto riguarda il potere finanziario posso dire che il conflito di classe è organicamente favorevole alla perpetuazione degli squilibri sociali a livello internazionale, i quanto è un ottimo distruttore di confini.
      Si, perché va visto nella sua completezza e non solo accusando le classi ai vertici di metterla in atto. Dal momento stesso che la si mette al primo posto e si considerano tutti gli uomini, da dovunque essi provengano, sullo stesso piano, uguali tra gli uguali, ecco che i confini pare non abbiano più molto senso se non per mettere dei visti sui passaporti, o peggio, solo per avere diverse carte d'identità o patenti di guida come da noi. Ed ecco che "magicamente" (il pensiero magico dell'uguaglianza) i confini che limitavano l'orgia di capitali diventano permeabili.

      Non vorrei sembrare estremista, ma i confini antropologici vanno rispettati. Vero è che l'autarchia non è una bella roba, ma neanche questa orgia economica e politica è una bella roba, anzi pare che si prospettino massacri all'orizzonte.

      Sicuramente Putin non crollerà mai strafatto sul pulsante rosso, ma neanche "da noi" i figliocci strafatti riescono a entrare nella stanza dei pulsanti, e questo perché (mi verrebbe da dire per fortuna, ma poi dentro mi sale una vocina che mi dice: "Che cazzo stai dicendo? :-), la gestione dei poteri è distribuita. Ai grandi capitalisti viene permesso di avere figli strafatti a patto che forniscano"la materia prima" per la conquista del mondo.
      Ma se tornassimo a dare la dovuta determinazione ai confini, quest'orgia di capitali sarebbe limitata.
      Ecco che inseguire la lotta di classe è una mossa sbagliata da un punto di vista tattico (o strategico?), perché si gioca con le armi dell'avversario (e esso le maneggia meglio).

      A me piacciono le differenze culturali e non mi eccita scambiarle. Una sana e limitata interazione aiuta, ma oltre un certo limite fa solo danno e la natura ce lo insegna.

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    3. Sì, sono sicuro.

      È solo sovrastruttura, come tutte le ideologie, le confessioni religiose, e la spiritualità che non nasca dalla libera e onesta ricerca personale, esperienza indispensabile per la crescita umana.

      Non te la prendere, però, tra la non semplicissima analisi, assolutamente ellittica (che io - e, aggiungo con dispiacere, "solo e solamente" io - trovo particolarmente interessante a livello cognitivo ed analitico, e, un'espressione colorita con riferimento al "sionismo" e all'esoterismo implicito nel pensiero del conte più amato dai leghisti, ciò che ha attirato l'attenzione e degno di discussione è giusto la parte "sovrastrutturale".

      Infatti, non è un caso che tutta il fumus cospirazionista fa leva sulla parte emotiva ed istintiva delle "sovrastrutture", piuttosto che sull'analisi politica: le dinamiche politiche non sono la risoluzione di un giallo, in cui i cattivi, generatori delle nostre sofferenze, devono essere catturati.

      Comunque la si pensi: AP la pensa in un modo (da quello che posso capire), tu la pensi un altro.

      Bene.

      Io sono un democratico, quindi non posso condividere il tuo filosionismo, parto dell'estrema destra economica e politica, dove sordidi interessi economico-finanziari, e di controllo delle risorse mondiali energetiche, si intrecciano al più becero nazionalismo e alla più becera teocrazia.

      Molti dei grandissimi intellettuali ebraici democratici sono, e sono stati, avversi al "sionismo".

      Tutti abbiamo delle simpatie e dei pregiudizi: a meno che non sei un menomato piddino o sinistronzo post-sessantottino, è ovvio che non c'è nulla di male ad avere sentimenti di simpatia o meno verso culture diverse. Soprattutto quando sei costretto a subirle con la forza.

      A me stanno sul cazzo i toscani e mi stan simpatici i romagnoli: però stimo Bagnai e vorrei veder sepolto sotto una tonnellata di merda Prodi.

      Che discorso è?

      Sono le azioni, i fatti, che contano: la "struttura", il "materialismo" delle dinamiche storiche.

      A disquisire di "sovrastrutture" senza sapere che esse sono tali, sono pieni i bar.

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    4. Questo, per dire, che la questione su chi abbia ragione o torto nella questione palestinese non mi entusiasma. La politica non si fa sulle ragioni di nessuno: ci sono solo squallidi interessi materiali e rapporti di forza mutevoli che possono creare, data cultura e dalla "energia spirituale", le condizioni per una sintesi progressiva.

      Ripeto, questo è l'approccio di un democratico progressista.

      Quindi, in linea di principio, l'approccio di analisi che proponi non mi sento di condividerlo appieno.

      Sull'appunto che fai tra USA e UK non fai altro che rimarcare ciò che ho premesso con: "nonostante gli interessi contrastanti".

      Anche il discorso che fai sul "conflitto di classe" mi sembra che getti delle premesse un po' sui generis: il conflitto di classe è strutturale, c'è, che piaccia o meno.

      Solo che questa consapevolezza è solo dei pochi forti contro la moltitudine di deboli: fa parte della prospettiva del conflitto che chi "le prende" non sappia che le bastonate non sono punizione divina ma sferrate coscientemente da chi detiene il potere.

      L'abolizione delle frontiere e l'incitamento alla migrazione di massa, è lotta di classe: fatta negli interessi della classe finanziaria cosmopolita a sfavore delle classi subalterne.

      Il socialismo va capito: e, se lo si capisce, ci si renderebbe conto che dietro alla forma dell'etichetta "comunista" dei fondatori del Manifesto, c'era nella sostanza un manipolo di liberali, a partire da Rossana Rossanda, e, visto che il passo da liberale a fascista è breve, è naturale che costoro, come i radicali, siano diventati tutti europeisti ed euristi. Lo stesso vale per chi si è etichettato trotzkijsta per nascondere idee liberali e, in generale, della destra economica, come Giannuli.

      Non sottovaluterei neanche l'analisi che ti ho proposto sulle diverse strutture di potere tra paesi (ex)socialisti, e quelle dinastiche occidentali: in Oriente ci vogliono fedeli vassalli come in Occidente. Altrimenti l'Olimpo si può perturbare...

      Riguardo ai "confini antropolgici che vanno rispettati", ti consiglio questa lettura.

      Grazie per la discussione.

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  20. Anonimo20:14

    È la seconda volta in una settimana che ottengo una dimostrazione immediata.
    L'altra volta erano due col cv, a quanto pare, assai lungo...

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  21. Scusate, ho riaccompagnato il sig. Cady in reparto. "Spam uomini".

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  22. Allora, non sono filosionista, ma dato che si sprecano un sacco di parole inutili sul sionismo e Israele, cerco sempre di mettere i fatti, quelli a cui ti appelli, alla giusta attenzione.
    Se osserviamo i fatti Israele viene attaccata spesso in base a giustificazioni adolescenziali. Non intendo sostenere il sionismo, ma noto troppo spesso una presa di posizione di parte che probabilmente ha altre radici ma che si sfoga sul sionismo per una sorta di frustrazione intellettuale. Una cosa del tipo che ha tante analogia col controberlusconismo (pareva il male assoluto dell'Italia per poi scoprire fosse un calesse)

    Sulle simpatie o antipatie: pensavo si capisse il fatto che io in mezzo agli arabi ci ho vissuto realmente, cioè in quella condizione detta antropologica che è omnicomprensiva, ontologica.
    Infatti per poter capire una etnia, gruppo, civiltà, razza, o come la si voglia chiamare a seconda della dimensione e delle circostanze naturali, quelli che vogliono capire vanno a viverci in maniera totale. La mia non è stata una scelta, ma la condizione di base è stata la medesima di un antropologo (anche considerando tutte le dovute differenze).
    NON E' UNA QUESTIONE DI ANTIPATIA (sempre che il termine sia letto senza una visione antropologica, appunto.)

    Ora, potrei sapere all'incirca cosa intendi quando parli di conflitto di classe? ( dato che dici che è strutturale, e cioè una precondizione, e quindi ontologicamente naturale, non dovrebbe essere oggetto di concentrazione di pensiero politico radicale, come fosse una condizione politica. Essendo una precondizione, o abbiamo un mutamento antropologico, a livello biologico--celebrale, oppure è una non questione in quanto non è possibile influire su di esso tramite scelte ipoteticamente causali.

    Potrei sapere, a livello antropologico, cosa significa classe? e se esso ha una valenza universale e/o generale?
    Forse da questo punto di partenza riusciremo a collocare quale sia l'aspetto più determinante nelle dinamiche sociali con riferimento alla nostra attuale condizione "materiale".

    "... dove sordidi interessi economico-finanziari, e di controllo delle risorse mondiali energetiche, si intrecciano al più becero nazionalismo e alla più becera teocrazia. "
    Questa è una frase che potremmo applicare alla maggior parte delle politiche di qualsiasi paese (sistema) che in questo particolare momento storico ambisca ad essere faro di civiltà (paradosso).

    Dovrei essere io a ringraziarti in quanto non essendo un intellettuale ho sempre e solo da imparare da chi si prende la briga di confrontarsi con un signor nessuno.
    E quindi lo faccio: grazie.

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    1. Ho dato una occhiata veloce a dove mi hai (ri)mandato :-), ed è molto interessante.Cercherò di capire.

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    2. Ho capito: volevi capire se il mio riferimento a Sion era parte dell'ideologia piddinica filopalestinese.

      No, come spero di aver trasmesso: anzi, non mi riferivo neanche al "sionismo reale" del conflitto in Palestina, ma alla semplice "sovrastruttura ideologica" così come pare emergere da Kalergi e da un certo tipo di esoterismo "rimaneggiato" come quello massonico.

      Sulla tua esperienza di convivenza forzata con gli arabi ti ho capito: ho usato il termine "antipatia" in senso ampio, per comprendere anche il "pregiudizio". Semplicemente, nulla ci può essere "indifferente". O il "pathos" è "positivo" (simpatia) oppure è "negativo" (antipatia).

      È l'ipocrisia del piddino che nega questi sentimenti ad essere pericolosa: infatti il piddino e lo sinistronzo sono prodotti di ingegneria sociale.

      Però, per inciso: non sono un intellettuale (il mio lavoro principale non è produrre cultura) e, soprattutto, se passa di qua Quarantotto mi banna dal suo blog (è un anti-intellettuale). Perché lo rimarco?

      Perché ti potrei "insegnare qualcosa" nel caso stessi facendo divulgazione scientifica, mentre queste sono per lo più analisi, basate certo su dati e modelli più o meno validi, ma comunque analisi.

      Quando parlo di conflitto di classe mi riferisco a questo.

      "L'antropologia" in politica dimenticatela.

      Infatti la classe sociale non c'entra una mazza con la "genetica" (che credo sia l'accezione che dai nella domanda che poni).

      Kalergi è utile proprio a capire come la questione razziale non c'entri una mazza con la politica intesa come ricerca monopolistica del "potere": è, appunto, la sovrastruttura ideologica necessaria alle classi dominanti per giustificare la visione funzionalista.

      Gli obiettivi reali sono solo il dominio e la sopraffazione: la distruzione degli stati nazionali e l'aumento della conflittualità tra gruppi sociali della stessa classe.

      A mischiare i "dna" ha ragione Kalergi, il "bagaglio genetico tendenzialmente migliora": ma questa diventa la giustificazione per distruggere popoli, culture e nazioni, polarizzando di fatto, come dimostra l'esempio degli USA, la distribuzione del reddito/potere in funzione della classe che tende a coincidere con la "razza": in una visione funzionalista come quella dell'elitista di Kalergi, anche il "lavoratore/schiavo" - indispensabile per la "creazione artistica" degli Ubermenschen - va "migliorato". Ma come? Per essere adatto alla sua funzione sociale... senza che faccia rivendicazioni di classe! Un muratore deve essere "forte" e "obbediente al padrone".

      Questa è la fogna che ha in testa storicamente la classe parassitaria.

      Ti pare normale che un nativo americano, ad es., visto che "geneticamente" non soffre di vertigini, possa nella sua vita aspirare a diventare esclusivamente un operaio che lavora sui grattacieli?

      Comunque, gli unici "signor nessuno", sono coloro che prendono decisioni al di fuori delle istituzioni democratiche.

      La lotta di classe, per chi appartiene alle classi subalterne, consiste nel non permetterlo e far tornare costoro insieme ai loro simili: ratti e scarafaggi.

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    3. "" La lotta di classe, per chi appartiene alle classi subalterne, consiste nel non permetterlo e far tornare costoro insieme ai loro simili: ratti e scarafaggi.""

      Come darti torto, solo che credo sia meglio; prima, delimitarli, e poi rimetterli al loro posto.

      Comunque, facendo un'analogia; quando, per qualsiasi motivo, vengono meno le barriere naturali, le razze che conquistano habitat, nel breve, sono ratti e conigli. Un qualcosa di simile accade a livello sociale, con l'aggiunta degli scarafaggi :-).

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    4. Ah, la questione genetica--politica è parecchio complessa, non la liquiderei a priori.

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    5. Per chiarezza: per ratti e scarafaggi mi riferisco alle élite.

      Nessuno vuole l'immigrazione come nessuno vuole emigrare: come ti fanno capire i parassiti per voce della Boldrini, sono loro che la vogliono.

      Perché il liberoscambismo (free trade) della globalizzazione porta a questo. Punto.

      Non vuoi vivere in mezzo alle spezie per noi insopportabili degli Arabi?

      Devi vincere la lotta di classe.

      Non vuoi vedere una massa di diseredati che circolano la sera senza arte ne parte?

      Devi vincere la lotta di classe.

      Non vuoi che i pochi lavori di basso profilo rimasti dopo la dendustrializzazione dell'Italia siano occupati da chi ha "un miglioranento di condizione relativa" accettando metà del salario che a te ti serve per far studiare i tuoi figli?

      Devi vincere la lotta di classe.

      Vuoi mandare i tuoi figli all'asilo senza che i posti disponibili siano occupati da stranieri i cui padri mai hanno contribuito all'edificazione del sistema socio-economico italiano?

      Devi vincere la lotta di classe.

      Devi vincere la lotta di classe.

      Devi vincere la lotta di classe.

      Senza riequilibrare i rapporti di forza con il capitale, non puoi far niente contro queste invasioni.

      Se, dopo praticamente un "working paper" non sono riuscito a spiegare che la questione "genetica" non c'entra un cazzo con la politica in quanto ne è solo la strumentalizzazione ideologica (sovrastruttura) ai danni delle classi subalterne (noi), non so più cosa dire.

      Bombardiamo i barconi, facciamo i "respingimenti", edifichiamo "trincee" come hanno fatto gli USA al confine col Messico...

      Non si possono fermare.

      Se gli USA non vogliono più messicani nel loro territorio, dovrebbero rinunciare al NAFTA.

      Certo, piuttosto che combattere con chi opprime e schiavizza, è molto più comodo prendersala con la "genetica" dei messicani che li rende pigri e inferiori rispetto ai WASP....

      Se si ragiona come Kalergi, senza avere i privilegi di Kalergi, oltre a farsi cornificare ci si fa pure mazziare.

      Come dice Ha-Joo Chang, «chi abita in aree depresse non è che non lavora perché è "pigro", ma è pigro perché non c'è lavoro».

      Ovvero, non esistono esseri umani "geneticamente pigri", esistono solo esseri umani che hanno perso la lotta di classe.

      Gli immigrati sono come i proiettili: è inutile che sprechi dell'energia a inveire su di loro, schivali come puoi ed usa le tue energie per combattere chi - dall'alto - ti spara.

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    6. Credo ci sia un fraintendimento. Quando dico delimitarli e sistemarli intendo proprio le elites non gli immigrati.
      Io non ce l'ho con gli immigrati. Quando vado ai giardinetti e mio figlio gioca con i loro, non provo alcun senso di fastidio.
      Provo fastidio alle loro politiche e al loro senso di giustizia, che guarda caso sono simili in tutte le aree in cui sono in maggioranza.
      Tanto per capirci, portando il ragionamento all'estremo, anche gli scimpanzè, all'interno della loro società hanno delle politiche.
      Saranno pure ad un livello embrionale, ma se per politica intendiamo un dialogo tra interessi diversi per giungere ad un accordo più o meno soddisfacente per le parti, ma ce l'hanno.

      Io credo che a quel livello la genetica abbia un'influenza sulla politica.
      Le nostre sono differenze di grado? ok, quella differenza di grado, che non sarà genetica intesa in un senso semplice, produrrà politiche diverse.

      Probabilmente non mi spiego bene, ma non vorrei essere letto con pregiudizio.

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    7. Immaginavo: ma meglio chiarire perché c'è sempre qualche wuminkione che gira per il web.

      Comunque, per chiudere, non so come possa influire la "genetica" sulla politica. Sicuramente lo fa la cultura, ma, comunque, non ti saprei dire come la "genetica" inflenzi la cultura.

      Io constato solo che sono le classi dominanti a far uso "dell'eugenetica" per i propri immondi fini: quindi rimarco la mia esortazione a parlare di cultura e non di genetica, anche se entrambi rientrano nel concetto di ethnos.

      La "razza" (qualsiasi cosa voglia dire visto che in base alla lingua e alla scuola di pensiero ha un senso diverso) non è altro che attributo formale di un "popolo", che appartenga ad una sola etnia o sia multietnico, condividendo la lingua.

      Il punto è che qualsiasi popolo quando viene lasciato a farsi i cazzi suoi a casa sua, rimane in equlibrio con l'ambiente per millenni: a maggior ragione se due popoli si stanno sui maroni come arabi e sionisti, o mussulmani e cristiani, a maggior ragione gli Stati nazionali sono simbolo di pace.

      Viene garantita quell'eterogeneità fondamentale per lo sviluppo culturale, proprio perché le frontiere dividono gli spazi e, facendo così, uniscono i popoli e regolano gli scambi.

      Le tensioni maggiori sono tra popoli "sedentari" e "nomadi"... insomma, un po' quelle che ci sono tra erbivori e carnivori :-)

      Insomma, la lotta è per la sovranità nazionale e la democrazia: e, nelle mie velleità di filosofo morale, ti assicuro che non è immorale provare cattivi sentimenti per culture diverse.

      Un'altra cosa quando questi cattivi sentimenti vengono agiti in modo tale di andare contro alla morale o alla legge... ma, in questo caso, sono necessari i nazisti, gli inglesi, e le leggi razziali.

      (Infatti ci siamo vicini, occhio!)

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  23. Anonimo19:21

    Dove abbiamo sentito ancora usare le sanzioni contro i cattivoni di turno?
    "L'emergenza Immigrazione, la Ue verso sanzioni ai paesi che non ricollocano. A Budapest nuovo assalto ai treni Si valuta un piano di ricollocamento interno ai Paesi dell'Ue per 120 milia migranti, a fronte dei 35mila ipotizzati a luglio. Renzi: "Basta lacrime, serve agire". Telefonata Hollande-Merkel: "Quote Ue permanenti e obbligatorie". Intanto, arrestati in Turchia 4 presunti scafisti: sarebbero responsabili del naufragio del barcone sul quale si trovava il piccolo Aylan, il bimbo di 3 anni trovato morto su una spiaggia (Fonte RaiNews24)

    Hart

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